Padre Pietro era un Servo di Maria, piú precisamente, era un sacerdote dell'ordine dei Servi di Maria e prestava la sua opera nella chiesa e nel convento della SS. Annunziata. Come tutti nel raggio di almeno un chilometro, anche i preti in forza al convento, si erano accorti, o meglio avevano sentito il pandemonio che ogni pomeriggio si scatenava nella piazza. Un giorno, se non ricordo male doveva essere Maggio o Giugno dell'anno di grazia 1949, mentre eravamo impegnati in una delle nostre rumorosissime sfide calcistiche, un giovane prete uscí dalla chiesa e ci chiese se poteva giocare con noi. Presi alla sprovvista e intimoriti sia dall'etá, giovane ma pur sempre almeno il doppio o il triplo delle nostre, e dalla tonaca, non fummo in grado di opporre resistenza. ”Sono Padre Pietro” si presentó ”da che parte sto” e tiratasi su la tonaca e infilatala nella cintura dei pantaloni sottostanti si mescoló fra noi. Ci sapeva fare il prete, e ben presto, presi dalla partita, non facemmo piú tanto caso a questo spilungone nero che si era intrufolato autoinvitandosi. Non ricordo chi fece il successivo goal, forse fu proprio Padre Pietro, il quale, approfittando della pausa dovuta alla marcatura, ci disse che voleva parlarci perché aveva qualcosa di importante da proporci. Sudaticci, polverosi e col fiatone ci parve un'ottima idea quella di una breve pausa ed inoltre eravamo curiosi di sentire cosa aveva da dirci. Eravamo una quindicina e ci sedemmo sugli scalini dello ”Spedale” in attesa degli eventi. Padre Pietro, in piedi davanti a noi, la prese un pó alla lontana e prima di entrare nel merito della questione che ci riguardava, ci fece una sintesi in chiave religioso-politico-storico-culturale della SS. Annunziata, cosa che penso non fará male neanche a voi che mi leggete.
L'attuale chiesa della SS. Annunziata sorge sul preesistente oratorio dei Servi di Maria (1235) nato, intorno a un'immagine miracolosa dell'Annunziata, per volontà di sette nobili giovani fiorentini (che poi tutti tanto giovani non erano in quanto alcuni erano sposati ed almeno uno era addirittura vedovo, ma la tradizione vuole che fossero giovani) che qui si diedero a vita monastica rinunciando alle mondanità. Sono i Sette Santi Fondatori dell'ordine dei Servi di Maria e piú precisamente: Bonfiglio, Amadio, Buonagiunta, Manette, Sostegno, Uguccione ed Alessio che furono proclamati Santi da Papa Leone XIII nel 1888. Ad essi si deve anche la fondazione del Monastero di Monte Senario, nella zona a nord di Firenze chiamata ”Mugello”.
I lavori di ampliamento alla chiesa furono iniziati da Michelozzo verso la metà del '400. Suo é il cosidetto Chiostrino dei Voti, una specie di anticamera prima di entrare nella chiesa vera e propria. Il Chiostrino fu completamente affrescato all'inizio del '500 da vari pittori fiorentini: Rosso Fiorentino, Pontormo, Franciabigio e Andrea del Sarto, che, si dice, dipinse nella Nascita della Vergine il ritratto di sua moglie, Lucrezia del Fede, che tanto fedele non doveva essere, perché scappó coll'amante. In seguito a questo fatto, come ci racconta il Vasari, Andrea si distese sul letto e si lasció morire di fame. Io invece, purtroppo, ho una moglie fedele e non mi riesce dimagrire. Michelozzo inizió anche i lavori al corpo principale della Chiesa assieme a Pagno Portigiani. A Michelozzo si deve inoltre il tempietto marmoreo alla sinistra entrando, dove é custodito l'affresco dell'Annunciazione, tutt'ora molto venerato ed esposto ai fedeli ogni anno il 25 marzo, giorno appunto dell'Annunciazione nonché, per molti secoli, giorno del Capodanno fiorentino. La tradizione vuole che le giovani spose si rechino alla SS.Annunziata subito dopo la cerimonia nuziale per offrire alla Madonna del Tempietto il loro mazzolino di fiori come ringraziamento anticipato della loro felicitá e della numerosa, e possibilmente maschile, prole futura.
I lavori di ampliamento furono in seguito ripresi da Leon Battista Alberti, ma di lui oggi rimane solo la poderosa Tribuna, grande spazio a cupola alla spalle dell'altar maggiore. Tutto il resto fu risistemato in epoca barocca con grande effusione di marmi e di stucchi dorati.
Adiacente alla chiesa, a sinistra, si trova il Chiostro del Pozzo o Chiostro Grande o Chiostro dei Morti, cosí chiamato perché fino a quasi tutto il ´700 questo luogo fungeva anche da cimitero ed é oggi quasi interamente lastricato di marmi con dediche funebri. Anche questo spazio, giá esistente e documentato nei disegni trecenteschi, fu risistemato da Michelozzo e da altri e terminato nel XVmo secolo. Le venticinque lunette sotto gli archi sono affrescate con storie dei sette Santi Fondatori e sono opera di vari pittori del ´600 fiorentino. Dal chiostro si accede alla Cappella di San Luca o Cappella dei Pittori, dove fra gli altri sono sepolti vari artisti fiorentini quali il Pontormo, il Franciabigio, Benvenuto Cellini e Lorenzo Bartolini.
Questo piú o meno (a dire il vero, molto meno) fu il preambolo che ci fece Padre Pietro e quando ebbe finito ci guardó ad uno ad uno e ci disse pressapoco cosí: ”in settimana, assieme ai miei confratelli ed al nostro padre priore, abbiamo parlato di voi ragazzi e abbiamo deciso di farvi una proposta. É da parecchio tempo che in convento ci siamo accorti di voi e siccome, abitando nelle vicinanze, cadete tutti sotto la tutela spirituale della parrocchia della SS. Annunziata, crediamo sia nostro dovere, non solo vigilare per la salvezza delle vostre anime, ma anche proteggere, nei limiti, la vostra integritá fisica. Abbiamo deciso di mettere a vostra disposizione uno spazio all'interno del convento dove potrete giocare in un' ambiente piú protetto che non la piazza, ma sopratutto esclusivamente vostro. In cambio desideriamo solo che ricordiate sempre che siete ospiti nella casa della Madre di Nostro Signore. Perció non si imbrattano i muri, non ci si accapiglia, non si sputa, non si dicono parolacce e sopratutto non si bestemmia. Chiaro? Se siete pronti possiamo andare subito a vedere il posto e se vi piace.....” Noi ci guardammo senza dire una parola, ci alzammo, raccogliemmo i nostri indumenti che, ammucchiati, servivano a delimitare le porte e lo seguimmo. Fatti pochi passi Padre Pietro si fermó, si voltó e ci disse: ” Mi ero scordato di dirvi che il padre priore mi ha chiesto se accettavo di prendermi la responsabilitá di questa iniziativa. Gli ho risposto che non solo ero felicissimo di accettare, ma che mi sentivo privilegiato in quanto sapevo che avrei avuto a che fare con dei bravissimi ragazzi. Sta a voi quindi non farmi fare peccato per aver detto il falso.”
Fine del pezzo nr. 5
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